Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia

Estuario: La leggenda del pettirosso!

Appena esci di casa per lavorare in giardino, c’è sempre un pettirosso per seguirti ovunque; guardandoti da vicino appollaiato sul tuo innaffiatoio o sul tuo rastrello, aspettando che tu gli procuri qualche vermiciattolo. Il pettirosso crede nella tua bontà e si fida di te, mentre stai diserbando, il pettirosso si avvicinerà alla tua mano fino a toccarla come per dire: Dai, facciamo amicizia! Se mangi sulla terrazza o in cucina con la finestra spalancata, il pettirosso accompagnerà tutta la tua cena dal suo canto lamentoso. In inverno, il pettirosso sarà alla tua finestra e ti chiederà qualche briciola di pane tanto esso crede nella tua generosità e quasi lo inviteresti a condividere il caldo del tuo salotto se non ci fosse, ahi, questo cattivo gatto davanti al camino. C’è una leggenda nel Médoc che racconta perché il pettirosso ha il petto rosso. Figuratevi, cari lettori e care lettrici che, all’inizio del Mondo, il pettirosso non assomigliava per niente a quello che vediamo oggi. Il pettirosso, come tutti gli altri uccelli della creazione, era grigio. Gli uccelli erano tutti brutti, rattrappiti, le loro piume non li proteggevano dal freddo e dalla pioggia. Gli uccelli erano tristi e non cantavano molto in primavera. D’altronde non c’era né primavera né d’estate all’inizio del Mondo nel Médoc. Pioveva quasi sempre e, quando non pioveva, il sole non riusciva a filtrare la coltre delle nuvole. Gli uccelli erano sempre bagnati. Avevano freddo. Erano miserabili. Morivano per colpa delle malattie e dei pidocchi. Un giorno, gli uccelli radunarono un’assemblea dove erano presente tutte le razze degli uccelli del Médoc. Il più vecchio uccello di questo Mondo primordiale che era un corvo disse: “La nostra vita non può proseguire in quel modo, ci vorrebbe che l’uno di noi possa volare verso il sole, che voli più alto della coltre delle nuvole, il più alto possibile, così potrebbe catturare un raggio di sole e portarci il caldo. Allora, il più piccolo degli uccelli del Médoc primordiale, lo scricciolo, si portò avanti e disse coraggiosamente: Ci vado io, sono il più leggero degli uccelli e volerò più alto di tutti voi e vi riporterò il raggio di sole. Tutti gli uccelli lo guardarono volare via e lo persero presto di vista. Gli uccelli erano contenti e si misero tutti a cantare, probabilmente, si dicevano tra loro, lo scricciolo è di là delle nuvole e ha già catturato un raggio di sole. Ed effettivamente c’era un raggio di sole che aveva filtrato la coltre e cominciava, seguito da altri, a dissiparla. Gli uccelli si misero a cantare di gioia, ma le aquile del Médoc che avevano già la vista più acuta, videro come un sasso di fuoco che  stava cadendo insieme al primo raggio di sole. E cadeva, e cadeva. Era lo scricciolo che si era troppo avvicinato al sole e che si era interamente bruciato, lo scricciolo arrostito era nudo come al giorno della sua nascita. Allora tutti gli uccelli del Médoc volarono verso di esso e lo presero al volo. Poi andarono ovunque cercare delle piume per coprirlo. E mentre, gli uccelli del Médoc cercavano delle piume, il pettirosso, che era il più grigio di tutti gli uccelli del Médoc, per riparare meglio lo scricciolo, si strinse fortemente contro l’amico che rosseggiava ancora, tanto fortemente che tutte le piume del pettirosso che toccarono lo scricciolo, diventarono rosse come il sangue. Ed è la ragione per cui il pettirosso ha il petto rosso. Da allora, durante gli inverni freddi, lo scricciolo si avvicina del pettirosso e gli dice: Pettirosso vieni a riscaldarti nella casa del mio padre che ci sono ceppi di vite grossi quanto la mia coscia. Il pettirosso ha salvato la vita dell’uccello che ci ha portato il sole quindi anch’io quando fa freddo in inverno, lascio sempre la finestra della lavanderia dove c’è la caldaia, nel fondo del garage, aperta. E vado a rastrellare foglie o vangare un angolo del giardino per permettere al pettirosso di banchettare…