“A’stat, lo Medòc era una contrada de sorcièrs e de romarins. Cadun divendres dessèir, a mejanuit, los sorcièrs se reunissèvan per celebrar lo sabat sau Prat Lauret…..”
Una volta, il Médoc era un paese di stregoni e di lupi mannari. Ogni venerdì sera, a mezzanotte, gli stregoni se riunivano per celebrare il sabba sul prato Lauret tra il piccolo porto di Beychevelle e Cussac. Facevano un gran cerchio e danzavano intorno a una pietra eretta che era al centro del prato Lauret. Si diceva che questi stregoni avevano un potere straordinario, che le loro reazioni non si potevano mai prevedere, che loro facevano secondo le loro regole e che valeva meglio evitare di stare sul prato Lauret un venerdì sera all’ora degli stregoni. D’altronde c’è un racconto molto conosciuto nel Médoc che lo insegna, la storia dei due gobbi.
Dunque, una volta, c’erano due gobbi; l’uno abitava Cussac e l’altro Beychevelle. Si conoscevano molto bene e un giorno d’autunno si incontrarono cercando porcini nel bosco di Beychevelle non lontano dal prato Lauret..
Té, sei tu?
E sì, sono io. Addio, e come stai?
Boh, non sono morto. E tu?
Lo stesso, va bene…ma figlio di puttana del diavolo! non sei più gobbo!
E no!
E come mai?
Té, ora ti racconto il coso. Potrai far lo stesso, se vuoi. Ti faranno probabilmente quello che mi hanno fatto: ti tireranno via la gobba. Un venerdì sera, andrai al prato Lauret dietro il castello di Beychevelle. Ti terrai all’ingresso sul colpo di mezzanotte, ci vedrai arrivare sette uomini: sono i più potenti stregoni del Médoc, soprattutto non dovrai aver paura. Li lascerai passare, non ti faranno del male, se ne fregheranno di te. Allora dovrai seguirli. Quando arriveranno nel mezzo del prato, si daranno la mano, poi faranno il girotondo cantando: tre per sette fa ventuno! Tre per sette fa ventuno! e sempre cosi. Conterai tre giri di girotondo. Allora, salterai nel mezzo del girotondo e griderai: E uno fa ventidue! E loro si fermeranno e vedrai…
Ovviamente, il nostro gobbo non mancò l’occasione e si recò al sabba del venerdì seguente, e potete credere che fece tutto quello che l’altro gli aveva detto perché non era interessato, come l’altro imbecille, da lasciare la sua gobba che lui aveva da una vita, ma voleva chiedere agli stregoni dell’oro, un pieno cassone d’oro….
Té, Che cos’è questo, questo coso ? Chi è costui qui ? Non è uno stregone questo ? Ah no, e che abbiamo là?
Ma non lo vedi ? E un altro gobbo!
Un altro gobbo?
Ah, madre del diavolo! disse uno stregone. Ancora un gobbo, ma non hanno mai finito di rompere questi fottuti gobbi, di venire a scocciarsi durante il sabba! E che dobbiamo fare con costui? Che possiamo fargli?
Allora il gobbo disse agli stregoni che litigavano tra loro: Va bene, voglio quello che l’altro gobbo ha lasciato!
Beh d’accordo disse un altro stregone ancora arrabbiato, diamogli la gobba dell’altro e il povero gobbo torna con due gobbe al posto di una.