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Médoc: Pizzerie oceaniche!

Una volta, tutte le pizzerie in Francia avevano il nome di una città italiana: Pizzeria di Napoli, di Roma, di Pescara, di Siena (sic)….ecc…e le pizze facevano schifo. Ora che le cose sono cambiate e che i pizzaioli francesi sono diventati più bravi dei loro colleghi transalpini, i nomi delle pizzerie sono diventati più sofisticati e hai davvero bisogno di un livello B2 in italiano per ordinare una pizza Margherita al telefono! Pronto, pizzeria Tua nonna non ne farà….? 😁😁😁😁

Oceano: Il cacciatore di caprioli!

11 novembre. Sono un tizio strano. Per esempio so che i caprioli si cacciano, ai piedi delle dune oceaniche, nelle pinete anemomorfosi, quasi sempre in dicembre, ma ogni anno, faccio lo stesso errore: il capriolo costa 30 euro al chilo sui mercati, ho visto qualche capriolo nel bosco dietro casa mia, sono stato svegliato stanotte dai gridi di uno stormo di dame grigie volando sopra casa mia ed eccomi convinto che i caprioli mi aspettano per milioni nelle dune. Potete dirmi che sbaglio ogni anno, non cambia niente, ho questo credo ancorato in me: quando tornano le dame grigie, tornano i caprioli. Oggi non si lavora in Francia, commemoriamo i morti della grande guerra. Devo pranzare in fretta, dico, ho sentito le dame grigie stanotte. Troppo presto loro dicono conoscendomi sulla punta delle dita. Vedrete, vi chiuderò la bocca quest’anno tornando con cinque chili di caprioli. Loro ridono di me e dicono che sbaglio come ogni anno e che mi prenderanno in giro al mio ritorno. È un gioco. Sto camminando nella pineta e non vedo nemmeno la traccia di un capriolo allora so che non ne stanerò nemmeno nei loro posti favoriti, nelle dune anemomorfosi. Incrocio una famiglia di cinghiali, tonnellate di funghi delle streghe, un cerchio di strega. Penetro nel più profondo delle dune umide anche se so che i caprioli non le amano. Poi rinuncio. Salgo un’ennesima duna e mi siedo in cima per ammirare l’oceano. La frustrazione di un cacciatore di caprioli non dura mai in questi paesaggi delle lande del Médoc.

La morte e la vita: intermezzo II

Brughiere nella nebbia. Fine ottobre a Lacanau. Médoc.

Quanto posso odiare, in autunno, questa gente che passeggia in riva all’oceano e che raccoglie della brughiera sulle dune nello scopo di trapiantarla nel loro giardino. Notate che la brughiera ha il potere di vendicarsi, una specie di potere magico. La brughiera trapiantata lontano dalle lande e dalle dune, non vive e non crepa e rende sordido qualsiasi giardino facendolo assomigliare ad un piccolo camposanto. Notate ancora che i raccoglitori di brughiere hanno spesso un’altra passione che rende ancora più sordido, se fosse possibile, il loro giardino: le conifere nane. No, cari giardinieri dilettanti, se la brughiera non cresce spontaneamente nel vostro giardino, non c’è niente da fare e potete dimenticarla: è un simbolo di morte che trasformerà immancabilmente il vostro giardino in cimitero. Invece potete passeggiare sulle dune e ammirare le distese infinite di brughiere che tappezzano il suolo delle immense foreste di Guascogna, con tutte le sfumature delle brughiere che vanno dal rosa più pallido fino al rosso più scuro. Lasciate le brughiere in pace perché esse devono vivere tra i pini, le ginestre, i corbezzoli, la salvia selvatica e le immortali. Solo sulle dune e nelle foreste la brughiera è un simbolo di vita.

Oceano e Covid-19: La poetessa asfaltata!

Sulla vecchia parete di un cinema dei Paesi immobili, tra i vecchi manifesti ingialliti di film usciti prima il covid e un annuncio per fine settembre di una mostra sulla storia delle chancas (trampoli usati una volta dai nostri pastori delle lande di Guascogna ) dal neolitico fino alla metà del novecento, un altro manifesto, quello di una poetessa, attira il mio sguardo. Lei ha scritto una poesia intitolata: Il rischio, la festa e il piacere:

Non sopporto più il silenzio.

Voglio il grido dei tamburi,

Lo scricchiolio delle cosce,

Del sudore fino alla più glaciale delle dita dei miei piedi,

Delle paillette sui cigli che mi impediscono 

Di strizzare gli occhi.

Voglio vedere la folla,

Gli ancheggi indiavolati di persone

Che amo già

Senza conoscerle.

Poiché abbiamo tutti scelto la festa, il rischio è il piacere.

Poi ovviamente qualcuno ha letto la poesia e ha preso una biro per commentare scrivendo semplicemente, sotto il titolo, quattro parole: APPUNTAMENTO AL PRONTO SOCCORSO, ma giuro che non sono io! 😉

Bacino di Arcachon: La bellezza della fioritura dello statice limonium!

Cosa possiamo dire sulle lavande di mare che fioriscono a profusione in quel periodo nei prati salati e le rive del bacino di Arcachon? Già che il suo vero nome è lo statice limonium, ma che suona più figo di chiamarlo: lavanda di mare, lillà di mare…ecc. Come possiamo descrivere il nostro statice limonium in due parole? Proviamo: Pianta vivace, robusta, a foglie formando una rosetta intorno allo stelo fiorifero che può raggiungere da 30 a 60 centimetri di altezza. Abbastanza comune, crescendo nei prati salati e le sabbie umide delle rive dell’Oceano Atlantico da Dunkerque fino a Bayonne. Cosa possiamo dire ancora per rendere lo statice limonium meno banale? I numerosi fiori violacei stretti gli uni contro gli altri su degli steli che partono dallo stelo principale si conservano per anni senza perdere troppo i loro colori. Una volta i bambini sprizzanti di salute dei marinai poveri, per farsi un po’ di soldi ne facevano dei mazzi perpetuali che vendevano ai ricchi parigini che venivano ad Arcachon respirare la buona aria balsamica della foresta di Guascogna pensando così guarire della tubercolosi. Ecco è tutto credo che possiamo dire sullo statice limonium. 😉