
Sulla vecchia parete di un cinema dei Paesi immobili, tra i vecchi manifesti ingialliti di film usciti prima il covid e un annuncio per fine settembre di una mostra sulla storia delle chancas (trampoli usati una volta dai nostri pastori delle lande di Guascogna ) dal neolitico fino alla metà del novecento, un altro manifesto, quello di una poetessa, attira il mio sguardo. Lei ha scritto una poesia intitolata: Il rischio, la festa e il piacere:
Non sopporto più il silenzio.
Voglio il grido dei tamburi,
Lo scricchiolio delle cosce,
Del sudore fino alla più glaciale delle dita dei miei piedi,
Delle paillette sui cigli che mi impediscono
Di strizzare gli occhi.
Voglio vedere la folla,
Gli ancheggi indiavolati di persone
Che amo già
Senza conoscerle.
Poiché abbiamo tutti scelto la festa, il rischio è il piacere.
Poi ovviamente qualcuno ha letto la poesia e ha preso una biro per commentare scrivendo semplicemente, sotto il titolo, quattro parole: APPUNTAMENTO AL PRONTO SOCCORSO, ma giuro che non sono io! 😉