Un giorno ti regalano quello che hai chiesto cioè un giorno di ferie un mercoledì. Un 31 marzo. Il meteo dice che farà quasi 30 gradi. Allora, siccome hai ancora un po’ di soldi alla fine del mese; non troppo, ma comunque abbastanza per comprare un po’ di benzina e farti tagliare dal Basco degli affettati di granaio medocchino (una specialità del Médoc a base di stomachi di maiale, abbastanza pepata e che si mangia freddo) oppure qualche pezzo freddo di sanguinaccio sempre del Médoc, Ti manca solo il pane per i sandwich da comprare dal panettiere. Per quanto riguarda il vino, l’hai già in macchina, un resto di vino alla buona portato da casa. Ora stai camminando nelle dune boschive che separano l’oceano dallo stagno di Carcans e di Hourtin, un’ora e mezza già che stai costeggiando un tratto dei venti chilometri di lunghezza dello stagno. Nelle dune scoppiano la fioritura delle ginestre e sei tutto incipriato dall’oro dei pini. Un’ora che stai camminando sotto il sole, il canto degli uccelli e il volo silenzioso dei cormorani sopra i pini. Non rimpiangi niente perché se tu avessi parcheggiato la macchina, in riva al lago, nella cittadina di Maubuisson, non avresti dovuto fare sforzi per meritare lo stagno, non avresti avuto tutta questa bellezza che ti circonda, ma solo uno stagno addomesticato e il rumore della gente sulla passeggiata e il gridio dei bambini sulla sabbia. Ora devi trovare il posto giusto e non è affatto facile con la vegetazione che colonizza tutta la riva e le radici dei pini che corrono ovunque fino a tuffarsi nelle acque rosso dello stagno. A volte, credi di aver scovato il posto ideale per sederti o sdraiarti sulla riva, ma a terra, vivono pulci di mare o formiche nere, grosse da non crederci: degli scarabeidi. Un morso di formica è peggio di una puntura di vespa. Meglio dimenticare il falso paradiso. Più lontano, i tuoi piedi si ricordano che c’è un sentiero che porta a una piccola baia, senza formiche, con una bella sabbia rossa e l’ombra dei pini per proteggerti dal sole. Stai sudando dopo la camminata, sei tutto incipriato di polline. Allora ti spogli interamente. Non ci vuole esitare, mettere un dito in acqua per controllare la temperatura dell’acqua; che servirebbe a niente perché siamo ancora all’inizio della primavera. No, devi andare in acqua senza esitare, e al diavolo se il tuo cuore scoppia dallo shock termico. Poi dopo qualche minuto, ci si abitua al freddo dell’acqua e la sensazione è davvero piacevole. Ora sei sdraiato sulla sabbia rossa e ti viene una fame dopo il tuo primo bagno. Mangi i tuoi sandwich medocchini in silenzio, guardando il volo dei cormorani sopra i pini. Poi stai cominciando a pensare che ci sono ancora due ore di camminate per ritrovare la civilizzazione. Sul cammino le ginestre sono in fiore….