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Fumetto: Correva l’anno 1933….

L’umanità è allegra; i passanti sorridono; tutto sembra andare per il meglio nel migliore dei mondi.

Improvvisamente i visi si preoccupano e si angosciano. Le facce si allungano o si innervosiscono.

Le schiene si ingobbiscono. I coraggi si trascinano.

La civetteria scompare. Le eleganze evaporano. Le forze stesse si esauriscono.

L’influenza ha fatto la sua apparizione! L’orrenda influenza! Quella che separa i coniugi più legati.

Che strappa i bambini alle bracce delle madri!

Che cancella i fidanzamenti più solidi!

Che ha ragione delle amicizie più fedeli.

L’ora delle effusioni è passata!

È quella delle infuzioni che iniza. A noi i senapismi e gli autoplasmi! A noi gli chinini e gli ioduri! a noi le compresse e le pillole!!!

A noi le coppette, le sanguisughe e altri apiratori vari.  A noi i corpi grassi borici e gomenolati di cui  ci si ingozza la gola e il naso.

Tuttavia, perché prevenire è meglio di guarire, pensiamo ad erigere ostacoli tra i nostri cittadini e noi per evitare la contagione. Se il paravento efficace è tuttavia ingombrante…

Usiamo il ventaglio più leggero e più grazioso, ma anche meno sicuro.

La maschera antigas sembra idonea. Peccato che sia così brutta.

La tenuta da cospiratore è ermetica, ma poco pratica.

C’è comunque l’ombrello, ma l’ombrello è insolente; a meno di doppiarlo con occhiali spessi e con un bavaglio antisettico.

Un mezzo pittoresco consiste ad usare lo scafandro. Però richiede l’aiuto di professionisti sperimentati, e non è per tutte le tasche.

La boccia! La semplice boccia di cristallo è ancora cioè che è più conveniente; è stagna, non impedisce la visione e nuoce per niente all’estetica.

Fumetto di Joseph Hémard, pubblicato nel giornale L’Intransigeant, il 16 gennaio 1933.

L’immunità del capitano Haddock!

Una delle vignette più famose del capitano Haddock nelle avventure di Tintin, è quella dove il capitano si fa docciare da un lama nell’album Il tempio del sole. Felice uomo penso, mentre l’immagine mi viene in mente leggendo la notizia. Peccato che il lama sia così  raro nelle foreste del Médoc, altrimenti, nonostante il confinamento, cercherei subito di stanarne uno per chiedergli di sputarmi in faccia ed essere così immunizzato al covid-19. 😉

Alcuni mesi fa, un lama di nome Winter aveva permesso di identificare dei nanoanticorpi (VhH), degli anticorpi piccolissimi da una catene prodotti dai camelidi , che neutralizzavano il Covid-19. Il cinque novembre, una pubblicazione sulla  rivista Science, descrive una storia simile tranne che i ricercatori dell’università di Pittsburgh hanno scelto un altro Lama, Wally. Un lama con un nome di alligatore insomma. I ricercatori hanno utilizzato un approccio diverso che ha permesso di isolare dei nanoanticorpi di cui il potere neutralizzante è, secondo loro ovviamente, 100 a 1000 volte superiore di quelli di Winter.