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Médoc: La dieta.


Le prime castagne dell’anno. Mele, uva, fichi e castagne come dice la filastrocca bordolese.

La zia preoccupata al telefono: ma cosa stai mangiando in questo momento che sei un trinquelette*?

Alex: Ieri sera, ho mangiato un tourin all’aglio e un’insalata verde.

La zia: Ohami, non è abbastanza per un giovane come te!

Alex: Oggi, a pranzo, mangio castagne bollite che ho raccolto nella foresta, pane strofinato all’aglio e vino nuovo per mandare giù le castagne. Va bene?

La zia: Ohami, no! Nessuno mangia così! Ma non puoi mangiare normalmente che sembra la dieta alimentare dei bordolesi di una volta, voglio dire prima della Rivoluzione francese! 

Alex: Tranquilla zia, sono andato al mercato e ho comprato un mazzo di crescione, porri, carote, patate che costano care questo anno. Così mi faccio delle zuppe per tutta la settimana! 

La zia: Ohami, mio drôle* non sei mio nipote, sei mia bisnonna! Poi sei un ingrato!

Alex: E perché?

La zia: Non mi hai portato delle castagne! …..

———–

* trinquelette: magro magro / drôle: ragazzo.

Estuario: castagne!

Mentre sto raccogliendo qualche castagna da fare lessare per il dessert di stasera, le ghiandaie si mettono a vociferare attraverso tutto il bosco. Sopra lo schiamazzare degli uccelli, sento un altro rumore, una vecchia canzone di Michel Sardou. Il suono mi proviene zigzagando tra gli alberi e le felci bruciate. Aspetto. Una nonna si avvicina, tutta inchinata a destra sotto il peso di un baillot* pieno di castagne, suppongo. Addio drôle**! mi fa la vecchia. Buongiorno signora! rispondo. Vedo che lei ha già fatto una bella raccolta, proseguo sbirciando nel baillot dove ci sono almeno cinque chili di castagne disposti sotto il vecchio radio a transistor che lei viene di spegnere. Pardi! esclama la vecchia, il Médoc non sarà rovinato che le castagne non verranno da mancare quest’anno ancora***. Lei ride. Ma perché aver raccolto tutte queste castagne? A cosa le serve, è per nutrire un reggimento? chiedo. Té pardi, i miei figli, le mie nuore e la mia vicina me le hanno chieste quando ho detto che andrò alle castagne oggi! Mi ribello. Ma non possono andarci loro stessi? Perché non siamo più ai tempi della schiavitù! Lei ride. Fa niente drôle, sono pigri quanto le bisce, e poi a me piace passeggiare nella foresta con la mia radio per farmi compagnia. Lei ride di nuovo. A cosa lei sta pensando signora? Sai cosa mi diverte di più drôle? I miei figli e la vicina mangiano le castagne arrostite! Eh sì, tanto mangiare addirittura dei sassi! Ah sì, rispondo, ho visto la gente mangiarle così sui mercati di Bordeaux, ma non pensavo che questa moda dei selvaggi avesse raggiunto il nostro civilizzatissimo Médoc! Ahi, sospira la nonna. Va bene continuo che le castagne non sanno ancora saltarmi direttamente nel baillot! Addio drôle! Addio signora! E la vecchia accende di nuovo la radio è riparte, indifferente alle proteste delle ghiandaie.

*Cesto in vimini di una volta usato per la vendemmia.

**Buongiorno ragazzo!

***Un detto di una volta dice che, gli anni senza castagne, il Médoc crepa di fame.