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Bacino di Arcachon: Sulla spiaggia del Betey!

Al Bacino di Arcachon, nell’antico Paese di Buch, sono tutti pazzi. Sulla spiaggia del Betey ad Andernos, osservo un vecchio granchio umano, vestito come ai tempi del suo servizio di leva quarant’anni anni prima, oggi stretto a morte in questa tuta sportiva blu elettrica dell’esercito francese, che sta zigzagando sulla distesa lasciata a nudo a bassa marea. Il vecchio granchio ha un minuscolo cestino in una mano, di quelli che sono sistemati sui manubri delle bici dei bambini di quattro anni, e nell’altra, tiene una vecchia forca, di quelle forche che servivano per pescare le anguille quando le anguille si “raccoglievano” ancora in quel modo. Il vecchio scruta le pozzanghere e la melma, si ferma, lascia il riparo della sottile traccia di sabbia secca per piantare i suoi stivali da pioggia nel fango. Il vecchio allora comincia a rivoltare il terreno come se fosse un volgare campo di patate, ahi! nemmeno una conchiglia da raccogliere, lui scava più profondamente, non è più un campo di patate, ma ora una specie di ricerca petrolifera. Alla fine, il vecchio si inchina per raccogliere qualcosa da mettere dentro il cestino lillipuziano. Il vecchio si appoggia sulla forca per riprendere fiato. Poi, dopo un certo tempo a cuocere immobile sotto questo caldo sole fuori stagione di novembre, si rimette, sotto i miei occhi esterrefatti di medocchino, a zigzagare verso Ovest, verso Arcachon sull’altra riva, ricomincia a scrutare la melma, a rivoltare un quadro di fango con la sua forca, a seminare dei buchi un po’ ovunque sul suo cammino questo vecchio Sisifo di Andernos. Il pomeriggio si passa a leggere un libro su un banco della passeggiata e ad osservare il vecchio pazzo che bucchera il fondo del mare, poi sulla strada del ritorno, mi dico che sarebbe un’idea di fare una deviazione per andare fino ad Audenge e comprare, per la cena, una dozzina di ostriche sul porto.