
La tomba di Philippe Pot (notate che mancare di pot in francese significa essere sfortunato come lo sono stato se leggete il post che segue).
Secondo giorno a Parigi. Due ore da aspettare davanti al padiglione Denon, i piedi in sangue il bordolese a forza di stare in questa fila interminabile che ha questa voglia forsennata di entrare nella piramide del Louvre. Faccio amicizia con un tizio di Santa Monica in California. Abbiamo il tempo di raccontarci le nostre vite, lui dice di essere venuto apposta per vedere La Gioconda. Anche io rispondo anche se, in realtà, sono venuto a Parigi perché vorrei ammirare, tra altre cose, la tomba di Philippe Pot, ma sento che raccontare a un californiano chi era Philippe Pot in inglese, supererebbe di molto le mie capacità in questa lingua o forse ci riuscirei, ma non ho due ore; sono già le quattro e il museo chiude alle sei. Un labirinto sotto la piramide, un termitaio. Sono perso. Mi danno una mappa, non ci capisco niente. Voglio chiedere all’americano, ma lui, furbo, segue già un gruppo di italiani. Ah, devo acquistare un biglietto d’ingresso. Buongiorno signora, un biglietto per la sezione delle sculture francesi. Buongiorno, risponde la signora, 15 euro. Ma non voglio vedere La Gioconda e tutte le altre cose racchiuse dentro il museo, solo la sezione delle sculture francesi! Tariffo unico: 15 euro, tranne ovviamente se lei ha meno di ventisei anni, scherza la signora. Rido con lei. Giornata difficile? chiedo. Di cane, risponde la signora, sono le vacanze scolastiche, voglio spararmi. Va bene, non suicidarsi signora altrimenti evacuano il museo e non posso visitare la sezione delle sculture francesi! Qualcuno si impazientisce dietro di me. Pago. Lei mi fa un occhiolino. Ala Richelieu per le sculture francesi. Faccio il giro delle opere d’arte e non accorgo la mia tomba di Philippe Pot da nessuna parte. Ci sono degli aguzzini davanti a dei nastri che impediscono di entrare in una parte della sezione. Cos’è? Una scena del crimine? Non oso chiedere loro informazioni su questa fottuta tomba di Philippe Pot. Chiedo, in un’altra sala, a una giovane tirocinante che sonnecchia su una sedia. Buongiorno signorina, la tomba di Philippe Pot? Buongiorno, Oh, io non conosco niente di tutte queste opere d’arte, andiamo a chiedere a un collega e la ragazza, orrore, si dirige verso la sala degli aguzzini. Lei aspetta davanti al nastro che mi informo. La vedo sussurrare qualcosa a un gigante che si mette a guardarmi di un occhio torvo. Il tizio avanza: Ma lei cosa vuole? Vorrei vedere la tomba di Philippe Pot, la scultura medievale che ha ispirato Rodin per i suoi borghesi di Calais! Chi? chiede il gigante. Philippe Pot! Ma quale Philippot? Non c’è di Philippot qui! Sono in inferno, penso. Il gigante è comunque troppo gentile e chiede a un altro gigante che chiede a un altro gigante…ecc, è niente nessuno sa qualcosa di un’opera chiamata Philippe Pot che è diventata Philippot nel loro modo veloce di parlare tutto parigino nonostante tutti i miei sforzi giganteschi di pronuncia. (N.B: Philippe Pot, tre sillabe, un silenzio, una sillabe nel mio modo di parlare bordolese che diventa una sillaba ultraveloce in parigino cioè Philippot, in realtà percepisco qualcosa che assomiglia a Flipo) Ma non potete chiamare un responsabile, un conservatore? chiedo ai giganti. Telefonano a qualcuno, una mezz’ora passa. Qualcuno sta per arrivare, loro mi rassicurano. Pazienza. Buongiorno, posso aiutarla? Non ci credo più, sospiro. Ecco, cerco la tomba di Philippe Pot? Dove posso trovarla? Il conservatore mi guarda di un’aria esterrefatta: Dietro i nastri, a qualche metro in cima alla scala! Purtroppo la stiamo restaurando oggi, ci vorrà tornare domani con il biglietto di oggi! Ma devo tornare a Bordeaux domani! non ci sarebbe comunque il modo di vederla che ho fatto tutto questo viaggio apposta? No, mi dispiace non possiamo fare niente. Una prossima volta forse. Ma loro, i guardiani non possono imparare il nome delle opere più importanti che mi hanno fatto perdere un’ora e adesso il museo sta per chiudere e non ho più il tempo di visitare niente. Ci dispiace. E cosa dovrei dire io? chiedo alzando la voce. Gli aguzzini che guardavano le loro scarpe si mettono a guardarmi male. Va bene, sospiro……
… et trop tard en plus pour aller faire bronzette aux Tuileries !!
Bonne soirée Alex
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Comme dit le proverbe : Soleil aux Tuileries, pluie au port des Tuiles !
Bonne soirée Marion,
Alex
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