





Dimenticate le mimose puzzolenti che fioriscono già all’inizio febbraio, quello che segna la primavera nel mio Médoc, è la fioritura dei milioni e milioni di campanellini estivi nella palude di Labarde, quando venite da Bordeaux dopo la cittadina di Macau, tra il castello Giscours e il fiume Laurina (come lo indica il nome dal bellissimo colore piscia ovviamente!). In autunno, gli indigeni vi guarderanno con i loro sguardi storti perché hanno paura che raccogliete più porcini di loro o che derubate qualcosa nei castelli di felci che hanno edificato da generazioni per cacciare i colombacci, vi diranno questi stronzi dei miei concittadini che hanno visto vipere sui cammini per spaventarvi ed allontanarvi. Come se ci fosse qualcosa da rubare nei mucchi di sporcizia che accumulano ai piedi delle loro torri di caccia. Alzate le spalle, mormorate: “addio gli uomini” (buongiorno signori) e continuate il vostro cammino. In inverno, non ci andate, tutto è allagato e rischiereste di annegare nelle acque cupe degli affluenti della Laurina, è la stagione in cui gli alberi cadono, sradicati dalle acque stagnanti. Non muoiono, cadono semplicemente, in primavera dai tronchi giacenti si slanceranno nuovi fusti verso i cieli medocchini. Alla fine di marzo e all’inizio di aprile, è la stagione della fioritura dei campanellini estivi ed è una cosa che non dovete mancare per niente al mondo perché è davvero qualcosa di inebriarsi in tutta questa bellezza circondato da nuvole di Cedronelle e di Aurore. Non dimenticate comunque di indossare gli stivali che la palude è comunque perfida. In maggio, nella palude, verrà la stagione delle iridi e di queste coltre di nuvole di zanzare che offuscano i cieli medocchini. Le acque degli affluenti del fiume dal colore piscia, saranno rosse sangue dal gorgoglio dei milioni di gamberi di fiume cajun che ci scopano dentro. All’inizio di aprile, quando si conclude la fioritura dei campanellini estivi nella palude, è tempo di ritrovare la luce delle foreste di pini dove sbocciano a milioni gli asfodeli e l’asfodelo è il secondo fiore emblematico del Médoc del Sud. Poi, verso la fine di maggio, il culmine della primavera, ci vorrà fare il viaggio verso Nord-Ovest fino a Saint-Queyran per passeggiare nella vecchia foresta di rododendri giganti in mezzo alle lande di Guascogna. Ci si vorrà camminare in silenzio, religiosamente, perché le vecchiette del Médoc credono che questi rododendri sono coltivati dai loro antenati renitenti di Saint-Queyran, massacrati alla fine della guerra dei cent’anni, per non aver voluto sottomettersi ai francesi. Il rododendro è il terzo fior emblematico del mio Médoc.. Dopo, quando avete visto tutta questa botanica, potete lasciare la penisola fangosa del Médoc, attraversare il fiume per raggiungere l’altra riva. Là, si dice che nella Saintonge, gli stronzi che ci vivono, coltivano addirittura dei fiori esotici: papaveri, acanthus, monarde e malvarose. Chissà se è vero o se è solo una leggenda? Comunque sia, dopo maggio, non c’è più niente di interessante da vedere nel Médoc.
Oh que c’est beau ! Je file aux haras, récupère la charrue, et j’arrive !! 😆
Bon après-midi Alex
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la charrette… 😉
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Couvre-toi en vue de ton odyssée qu’ils annoncent du gel pour vendredi !
Bonne fin d’après-midi Marion,
Alex
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Accipicchia! E noi che si voleva tornare a Agosto!
🙋🏼♀️😀
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Puoi vedere me, ma non so se vale il viaggio!:-) 🙂 🙂 🙂 A fine maggio o inizio giugno devo andare in Bretagna o nei Pirenei (non so ancora dove mi spediscono) e dovrei aver tre giorni di libertà. Quindi se hai qualche dritta da darmi (in due righe) per la Bretagna sulle cose da vedere che non conosco niente di queste contrade.
Buongiorno Monica,
alex
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Rieccomi! Appena ho letto “viaggio” mi è tornato in mente questo splendido film: https://wwayne.wordpress.com/2019/06/01/in-viaggio-verso-te/
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