Sui moli di Bordeaux.

Talvolta c’è del legno, della tela e del metallo che si attracca sui vecchi moli, allora ti ricordi che questa strada hagnous* e salmastra che separa la città in due, è un fiume e che Bordeaux fu uno dei più grandi porti del mondo. Ti ricordi dei tuoi antenati che imbarcarono per raggiungere Brest e Bougainville e andarono a Tahiti, di quelli che andarono alla caccia alla balena nel Pacifico sud; ti ricordi di quelli che guadagnarono la loro vita facendo commercio di carne umana, ti ricordi di quelli che conquistarono il Canada, di quelli che partirono pescare il merluzzo allo Spitzberg, di quelli che furono marinai nei mari di Cina, di quelli che andarono con Lafayette a lottare per l’indipendenza dell’America, di quelli che furono docker sul porto a rompersi la schiena trasportando la merce, di quelli che furono corsari per i Re di Francia e di quelli, tanti poveri, che facevano naufragare le navi sui banchi di sabbia al largo del Médoc per impadronirsi di tutto fino alle mutande dei marinai. Ti ricordi della nonna che legava le lamprede alla finestra della cucina e le incideva per recuperare il sangue in una ciotola piena di vino, ti ricordi le alose di Pasqua che il nonno comprava a un amico pescatore di Labarde, ti ricordi la pesca alle esquire* in compagnia di un amico dentro una capanna su palafitte in riva al fiume, ti ricordi dell’unico giorno felice passato con il tuo docker di padre che ti aveva  portato a pescare, a otto anni, i granchi. Poi che ti aveva rovinato la serata versando nel tuo piatto di zuppa di granchio per cattiveria un pieno pugno di peperoncini di Cayenna e ti aveva costretto a mangiarla fino all’ultimo cucchiaio. Ti ricordi di tutta questa gente, di tutte queste storie vere o inventate sentite mille volte, di tutte queste cose che hai vissuto in riva a questo fiume. Allora ti ricordi che nelle tue vene scorre la hagne* del fiume e ti viene una di questa malinconia che ti costringe a scappare dai moli per perderti nelle viuzze di Saint-Pierre.  

* hagnous (fangoso, fangosa), hagne (fango), esquire (gamberetti bianchi tipici dell’estuario della Gironda)

5 pensieri riguardo “Sui moli di Bordeaux.”

  1. Bonjour Alex, cette rivière fascine des personnes qui y sont pourtant étrangères, ou qui ne la connaissent qu’à travers des écrits et quelques balades. J’imagine alors ce que ça doit être quand s’y ajoutent des souvenirs de famille !
    La météo et le week-end ne m’encouragent pas à aller à Bordeaux, j’adore pourtant y voir ces vieux bateaux ou des répliques. Merci pour tes photos (en + du beau texte).
    Bon week-end, fête bien le fleuve et le vin !

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  2. J’ai aussi le souvenir de tes journées sur Patiras, sur les quais de Pauillac, sur la vieille digue du phare de Richard, entre le port de Soussans et celui d’Arcins, sur le chemin du port de Macau, le long des carrelet de Beychevelle. sur le port de Lamarque….Crois-moi, Marion, que que tu as la rivière dans le sang autant que moi et même plus. 😉

    A mon avis tu as déjà dû les voir parce qu’il me semble qu’ils sont déjà venus plusieurs fois et c’est vrai que la météo n’incite guère à sortir. Autrement j’ai vu qu’ils organisent des sortes de croisière. Je t’aurais bien vu embarquer pour Nantes ou Paimpol ! 🙂 🙂 🙂 🙂

    Je te souhaite un très bon week-end Marion !

    Alex

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    1. … J’avoue que je deviens accro ! 😀
      Mais vivement la bifurcation du TER, la route est un peu longue à force !
      J’avais aperçu le Marité, pas les autres. Pas le pied marin mais je vais aller quand-même aux infos… la Bretagne aussi fait rêver !
      Bonne fin de journée! 🙂

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  3. Sono davvero curioso di sapere come ne parlerai di queste lamprede che sono l’emblema della cucina della mia città e, per aver già letto qualche post del tuo blog, so già che sarà una bellissima scoperta!

    Ti auguro una splendida domenica,

    Alex

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