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Bacino di Arcachon: Elena Ferrante sulla spiaggia.

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Marzo già 25 gradi. In spiaggia, nella scatola dei libri, incastrati tra un’edizione del Reader’s digest dei Fiori del male di Baudelaire e un racconto di Wodhouse con questo fottuto lord Emsworth che si interessa solo al suo maiale, tra lo spleen francese e l’umorismo leggero so british, ci sono quasi mai letti apparentemente, i quattro tomi della saga di Elena Ferrante: L’amica geniale. Ritiro i quattro tomi dallo scaffale per farli prendere un po’ il sole e respirare la buona aria marina del bacino di Arcachon. Il tempo di decidermi. Li prendo, non li prendo? Cosa fare? Di fronte, lontano ad Ovest, sull’altra riva, posso indovinare la vetta innevata del Fuji-Yama di Arcachon. E mi dico che il mucchio di libri che ho già da leggere è più alto della duna del Pilat e che avrei già bisogno di tre o quattro vite solo per diminuirlo di qualche metro; ma forse è solo una scusa perché ora che ho letto la quarta di copertina, non ho più troppo voglia di leggere il best seller italiano. Lo scaffale è come sdentato senza i libri della Ferrante. Li sistemo in un altro posto più in evidenza tra un romanzo in tedesco e un’enciclopedia del bricolage e colmo il vuoto lasciato dai libri della Ferrante con della muffa che nessuno leggerà mai. Così la Ferrante avrà più chance di trovare un lettore. E poi la persona che ha lasciato L’amica geniale nella scatola, quando tornerà, avrà forse la stessa gioia che provo quando vedo che i libri che porto, appena sistemati nella scatola scompaiono. Giuro. Promessa di bordolese! Se la saga della Ferrante è ancora là, la prossima volta, sicuro me la prendo! Un libro accanto all’enciclopedia del bricolage, attira il mio sguardo, un valore sicuro, un libro di John Irving che non ho ancora letto: ultima notte a Twisted River (Ma forse il titolo in Italiano è diverso?) . Quello torna a casa con me per arricchire il mio mucchio di libri più alto della duna del Pilat. Ci saranno sicuramente degli orsi. In tutti i libri di Irving ci sono degli orsi. Una vera ossessione. Wodhouse sono i maiali e Irving gli orsi. Va bene, è tempo di approfittare del sole e della spiaggia che c’è qualcuno dietro che aspetta che io sloggi da davanti alla scatola dei libri. Ah, non dimenticare di portare qualcosa di italiano la prossima volta. Forse un giallo di Maurizio de Giovanni… Uffa! la pazienza della signora che sta cuocendo al sole dietro di me è davvero esaurita….. 

Capeto, alzati!

Capeto, alzati! Dipinto di Emile Mascré, museo della Rivoluzione francese. Pardi che non facevano tutti questi salamalecchi i nostri antenati con i numeri romani! Il Capeto in questione è il numero 17.


I numeri romani in francese.

Rispondo a qualche domanda sull’uso dei numeri romani in francese. Ovviamente potete farmi tutte le domande che volete!

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I: Ma perché i francesi dicono Luigi quattordici, Luigi quindici, Luigi sedici…ecc.

Risposta. Perché tutti i numeri romani sono cardinali in francese e si pronunciano: 1, 2, 3, 5, 10, 100…ecc. Nel caso dei numeri romani che accompagnano i nomi dei personaggi, c’è un’eccezione per I che è ordinale e che è scritto Ier: François Ier/Francesco I. 

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II: Ma come sono cretini questi francesi! Non sanno nemmeno che i numeri romani sono ordinali?

Risposta: per rendere un numero romano ordinale in francese, si aggiunge una e. Per esempio: Quattordicesimo si scriverà: XIVe; decimo si scriverà Xe…ecc. 

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III: Ma i numeri romani si insegnano alle medie in tutto il mondo, no?

Risposta: Anche in Francia, ma con le regole della lingua francese. Quando ho fatto un po’ di inglese sapevo già prima di iniziare che gli inglesi avevano la loro propria grammatica e avevo dieci anni!

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IV: Dai! Non ti pare che Luigi 14 non si può né scrivere né sentire? 

Risposta: Scrivere no. Diciamo non ancora perché l’uso è di scrivere Luigi XIV, e probabilmente  non lo vedremo dal nostro vivo perché i francesi sono reazionari per quanto riguarda le regole della loro lingua. Ma sentire eccome! I numeri romani si sentono in quel modo dalla notte dei tempi in Francia.

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V: Ma perché i francesi non dicono Luigi quattordicesimo?

Risposta: Perché Luigi quattordicesimo non si può sentire in francese. Sarebbe pedante, grottescamente pedante e anche qualcosa che assomiglierebbe a una specie di servilità. E poi, il tizio non si chiama quattordicesimo, ma quattordici in francese. In realtà, egli si chiama Capet. Il fatto che sia il numero 14 dei Luigi in questa famiglia, prova soltanto la mancanza di immaginazione della detta famiglia nella scelta dei nomi.

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VI: Ma anche gli americani usano i numeri romani, no?

Risposta: A me sembra un segno di pedanteria, una trovata commerciale. Per il campionato di football americano quando sono arrivati a 50, non hanno usato il numero romano L. Faceva troppo schifo. 

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VII: Ma perché i francesi non usano i numeri romani nemmeno per i secoli tipo XX secolo?

Risposta: Completamente falso. In francese, se volete scrivere XX secolo, dovete scrivere: xxe siècle (senza il numero XX in capitale). In realtà, non esiste una regola impegnativa. Potete scrivere i secoli, i millenni, i regni…ecc…sia con i numeri romani sia con i numeri arabi. Non c’è nessuna differenza tra scrivere xxe siècle oppure 20e siècle, è soltanto una questione di gusto e di stile che volete adottare o no. 

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VIII: Eppure è la norma di usare i numeri romani da sempre, no? 

Risposta: In italiano, non lo so. In francese, questa affermazione è in parte falsa. E troverete tonnellate di scritti oppure di stampe dove gli antenati dei francesi, scrivono i numeri romani in francese quando accompagnano il nome di una persona oppure anche in numeri arabi (anche se più raramente, ma si trovano facilmente). Erano più ignoranti di noi?

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IX: Ma quando Gramellini dice che presto il capitolo XXV dei Saggi di Montaigne sarà intitolato semplicemente 25 con l’appiattimento culturale di oggi, non è vero?

Risposta: Significa semplicemente che Gramellini ha già letto una versione semplificata dei Saggi perché nell’edizione originale del 1580, il capitolo si chiama vintcinquiesme. Gramellini sarebbe più ignorante perché avrebbe letto XXV invece di venticinquesimo nella sua versione dei Saggi? Non ha senso! 

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X: Ma è esattamente la stessa cosa di scrivere; capitolo “vintcinquiesme” o capitolo XXV, no?

Risposta: Com’è la stessa cosa in francese di scrivere 25, ving-cinq, XXV oppure di scrivere vingt-cinquième, 25e o XXVe oppure per i capitoli dei libri di scrivere: 25, vingt-cinq, XXV, 25e, vingt-cinquième, XXVe. Ma Gramellini dice che è diverso, che è un appiattimento culturale di passare da XXV a 25! 

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XI: Ma il caso di Gramellini è diverso, abbiamo un numero romano e passiamo a un numero arabo. Che schifo! Si azzera la nostra cultura, no? 

Risposta: In francese, da sempre, i numeri romani sono stati utilizzati perchè erano più pratichi per semplificare i numeri francesi scritti in lettere: XXVe è più semplice da scrivere di vintcinquiesme. Non lo facciamo per i Re, ma cosa cambierebbe, nel fondo, di semplificare i numeri romani con i numeri arabi o di usare entrambi? Assolutamente niente. La gente continuerebbe a dire Luigi quattordici. Si cambierebbe soltanto una convenzione per un’altra oppure si sceglierebbe tra l’una e l’altra. Tutte le lingue vanno verso la semplificazione ed è il caso anche in francese e anche in italiano. 

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XII: Questa cosa mi fa venire i brividi?

Risposta: Sono delle usanze. Niente di più. Quando ho cominciato a studiare l’italiano, mi faceva ridere come le parole di origine greca erano semplificate nei confronti del francese. Ora, non lo noto più, mi pare normale di leggere: farmacia, filosofia….ecc.

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XIII: Non lo credo che i numeri romani servono a semplificare in francese? 

Risposta: Eppure lo dice anche il tesoro della lingua francese che è la bibbia della lingua francese. Se mastichi un po’ di francese, ti metto il link

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XIV: Ma almeno il 14 si potrebbe mettere tra parentesi, accanto al nome Luigi XIV, no?

Risposta: Perché? Sarebbe un pleonasmo. Tutti i francesi sanno dalla scuola elementare che XIV si pronuncia quattordici.

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XV: E allora cosa facciamo?

Risposta: Niente cambierà. I francesi continueranno a scrivere Luigi XIV. Gli italiani continueranno a leggere Luigi quattordicesimo ei francesi a leggere Luigi quattordici. Ma non per sempre perchè le lingue sono delle creazioni umane e un giorno, forse, i numeri romani saranno abbandonati perchè considerati come un sistema di numerazione inutile. E non impedirà la lettura dei Saggi di Montaigne e alla Terra di girare…. 

Botanica: Felicità di primavera!

Il primo orchis mascula dell’anno nel giardino.

 Se non fossi un giardiniere pigro e tirchio, avrei fatto come tutti i giardinieri del Paese che passano il loro tempo nel giardino in lavori estenuanti e costosi e, in questo momento, starei ammirando la fioritura dei miei tulipani già pensando ai prossimi lavori. Ma siccome non ho fatto niente e che lascio il giardino in pace, mi accontentato di qualcosa che gli altri giardinieri non otterranno mai, la felicità di ammirare la fioritura delle orchidee portate dal vento e dagli uccelli della foresta.

L’ignoranza di Massimo Gramellini a proposito dei numeri romani! (seconda parte)

Se avete mancato la prima parte, cliccate qui!

Scrive Massimo Gramellini: Un’educazione pianeggiante non è un traguardo, ma una sventura. Lo sosteneva già il suo connazionale Montaigne al capitolo XXV del Libro I dei Saggi, e chissà cos’altro sarebbe stato capace di aggiungere, se avesse saputo che un giorno qualcuno li avrebbe trasformati in 25 e 1.

Cari lettori e care lettrici, andiamo a vedere la prima pagina di questo famoso capitolo dei Saggi di Montaigne nella prima edizione, pubblicata il primo marzo 1580 a Bordeaux, da Simon Millanges in una modesta casa della via Saint-James.

Avete notato? Montaigne scrive i numeri in francese e non usa i numeri romani nei Saggi come lo sostiene Massimo Gramellini. E chissà cosa avrebbe aggiunto il bravo Montaigne se qualcuno gli avesse trasformato i numeri del capitolo da 25 del libro primo a XXV e libro I

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N.B: In francese, i numeri romani possono essere sia cardinali sia ordinali. Quando sono ordinali si aggiunge la lettera e. XV secolo si scriverà XVe siècle in francese. I numeri romani non sono mai ordinali in francese quando seguono il nome di un personaggio (tranne per I: François Ier/Francesco I). Non c’è nessuna differenza tra: Luigi XIV, Luigi 14 oppure Luigi quattordici e, salta agli occhi, pure dando dell’ignorante a tutti, che Gramellini nel suo articolo ignora che XIV è cardinale in francese. Il fatto che usiamo i numeri romani per i personaggi illustri è solo una convenzione e abbiamo visto nella prima parte che, una volta, la regola di usare i numeri romani non era troppo fissata e la gente sceglieva tra le diverse possibilità. In italiano, i numeri romani sono ordinali per i personaggi, ma questa regola non esiste in francese. Scriviamo: Luigi XIV (Luigi 14) e non Luigi XIVe (Luigi 14°). In francese, scrivere qualcosa pronunciato Luigi quattordicesimo è semplicemente impossibile perchè c’è in quel “quattordicesimo” un pedantismo grottesco. Quello che è naturale in una lingua, talvolta, è ridicolo per il locutore di un’altra lingua. Per quanto riguarda i capitoli dei libri  non c’è di regola: Capitolo 25, 25esimo capitolo, capitolo venticinque, venticinque, 25. XXV.

 

Fake news: III immagini e II sciocchezze di Massimo Gramellini!

Prima sciocchezza scritta da Massimo Gramellini: “I francesi hanno approfittato della distrazione pandemica per togliere i numeri romani dai principali musei di Parigi. E così Luigi XIV è diventato Luigi 14, come la sigla di un taxi o la storica maglia di Johan Cruyff.”

Togliere i numeri romani, i francesi apparentemente lo facevano già nel 1715 come lo prova questa stampa  dove possiamo leggere che Luigi XIV (in francese, XIV si dice 14, V si dice 5, XVI si dice 16…) si scrive sia Luigi quattordici sia Luigi 14. D’altronde non è affatto difficile di trovare vecchie stampe in cui Luigi XIV è scritto Luigi 14 come il numero della storica maglia di Johan Cruyff.

Ecco un Luigi 14!

Stampa del XVII secolo. Sopra una finestra, stemma di Anna di Bretagna, moglie di Luigi 12.

Seconda sciocchezza: “Perché questa storia dei numeri romani è la sintesi perfetta della catastrofe culturale in corso: prima non si insegnano le cose, e poi le si eliminano per non far sentire a disagio chi non le sa.”

No, la catastrofe culturale in corso è di fare polemiche su tutto – anche sulle cose più insignificanti –  mentre i nostri antenati scrivevano indifferentemente Luigi XIV, Luigi 14 oppure Luigi quattordici e se ne fregavano! (come a me non frega niente che sia scritto Luigi XIV oppure Luigi 14!)

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Ovviamente c’è di più perché alla fine, come al solito, scoprite che questa storia è “la sintesi perfetta della catastrofe del giornalismo in corso” visto che il giornalista ed i suoi colleghi si sono inventati tutta la storia. Il tiranno si scrive sempre Luigi XIV nei musei parigini e la sua data di nascita è sempre il 1638. 😉

https://www.francetvinfo.fr/culture/louis-xiv-deviendra-louis-14-la-presse-italienne-s-insurge-contre-l-abandon-des-chiffres-romains-par-le-musee-carnavalet_4336589.html