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Isola d’Oléron: Il coltello da ostriche.

Mentre costeggiamo in macchina la riva Nord dell’isola d’Oléron, le parlo dello scrittore guascone nativo di Sabres, Bernard Manciet, che diceva di sentirsi ovunque a casa dove c’era l’Oceano Atlantico. E bene, le dico per vantarmi, sono esattamente come lui, potrei vivere ovunque a patto che ci sia l’Oceano Atlantico a prossimità. Lei ride della mia perorazione e mi distrugge con qualche frase. Stai davvero esagerando! Non ci troviamo alle isole Aran oppure all’isola di Sant’Elena, ma nell’isola d’Oléron. Basterebbe tornare a Royan, imbarcare sul traghetto e in poco più di due ore, saresti a casa; e ancora se dovessimo prendere l’autostrada, il ritorno sarebbe ancora più veloce. Tu, scemo come sei, hai sempre l’impressione di essere all’estero di là del fiume. Ma non vedi che il Paese è lo stesso e che potremmo essere nel Médoc oppure sul Bacino di Arcachon? Che, in realtà, non c’è nessuna differenza? Ci fermiamo in un paese di ostricoltori. Ed è vero, mi dico, che nel fondo, potremmo essere ad Audenge, ad Arès oppure a Claouey. Stessi canali; stesso fango; stesse persone che passano il loro tempo ad apiare* legno, anticaglie, materiali di pesca, oggetti industriali e altre schifezze portate dall’oceano per addobbare le loro capanne; stessi ostricoltori che apilano* sulla diga, tegole imbiancate a calce che servono a catturare larve di ostriche in estate; stessi bacini in cimento, pieni di un’acqua colore smeraldo, che permettono di ripulire le ostriche dalla sabbia; stesse pinasse* arenate da un’eternità sulla spiaggia; stessi panateirs* di plastica abbandonati ovunque; stesse donne che desatrocano* le ostriche e stessi uomini che stanno aspettando il ritorno dell’alta marea per ritornare sui loro parchi; stesse capanne pimpanti di colori pastello e stesse capanne crollanti che aspettano di essere arreficcate*….Ci sono bancarelle che vendono ostriche, come da noi in tutti i paesi del Médoc il weekend. Mi fermo per comprarne due dozzine. Lei ride. Vedi che non è diverso del “tuo” Paese? Dentro la ghiacciaia nel bagagliaio dell’auto, ho un fondo di vino bianco e dentro il vano portaoggetti sempre un coltello da ostriche. Andiamo ad aprire e mangiare le nostre ostriche su un vecchio pontile sulla spiaggia, il sole ci arraia*, guardiamo lontano verso l’isola Madama. Quasi rimpiango di dover presto tornare verso Bordeaux! Ma taccio, non le dico che altrimenti sarei ancora una volta preso in giro!

Covid-19: Au bonheur des Dames!

Un servizio in televisione. Sempre lo stesso dall’inizio della pandemia. Parigi. Boulevard Haussmann. Il boulevard ei Grandi Magazzini vomitano di gente venuta a fare la spesa o passeggiare un sabato pomeriggio. Il reporter si avvicina a una famiglia incollata a una vitrina per fare qualche domanda. La famiglia smette di sbavare sui vetri delle Galeries Lafayette per rispondere al giornalista. Il padre, la madre oppure i figli rispondono sempre allo stesso modo. Fa quasi un anno che quei pazzi rispondono in quel modo in tutti i servizi televisivi: “Incredibile, tutto è affollatissimo! Una cosa del genere non l’avevamo mai vista! La gente non rispetta nemmeno i gesti barriera! La gente è completamente pazza!…ecc.” Anche voi li avete questi pazzi in Italia? Anche voi gridate davanti allo schermo della vostra televisione: “E voi, cosa fate a bighellonare sui boulevard in piena pandemia? Ah, ecco ancora la fottuta trave nell’occhio che dà della pagliuzza all’altro! Ma cazzo non vedete che siete voi gli altri? Che fate esattemente quello che state denunciando? E, per favore, indossate questa fottuta mascherina!”

Bacchettoneria francese…..

Ieri sera, mi sono guardato il concorso miss France 2021 in televisione (per la sfilata in bikini come tutti i francesi; non facciamo gli ipocriti!) Quindi prima la sfilata ti ricordano, per due ore e anche di più, tutte le regole che servono a selezionare le “galline” che devono sfilare davanti ai nostri occhi concupiscenti. Mentre mi elencano tutte queste fottute regole discriminatorie, mi chiedo come sono riusciti a trovare donne in Francia che corrispondono a questi criteri di modernismo medievale. Mistero. Non è più un concorso di donne in bikini, ma un concorso di sante in bikini. Quindi, sentite bene, per aver una chance di diventare miss France, ci vuole aver un’età compresa tra 18 e 24 anni, aver un’altezza di più di 1 metro e 70, essere “quasi” vergine, non essere sposata ovviamente o aver un contratto con un tizio tipo Pacs, non essere madre, aver un peso conforme che i barboni della giuria, oltre al loro bigottismo, hanno problemi con la grossofobia, non essere tatuata, forata o bucata, non aver avuto interventi di chirurgia estetica, non aver fatto scatti osé o peggio, non bestemmiare ogni cinque parole, non essere bevitrice o fumatrice, parlare senza accento…ecc.  Ah, credo sia stata miss Normandia la vincitrice, purtroppo mi sono addormentato prima la sfilata, a causa della litania delle regole! 😉

Francia: Anche noi vogliamo il lockdown nazionale!!!!

Purtroppo con 9 milioni di persone che si sposteranno durante il periodo natalizio di cui 800.000 che assaliranno le stazioni durante tutto questo weekend, il nostro governo ha scelto il  suicidio collettivo nazionale per l’inizio di gennaio! 

In cui l’autore pensa di aver bisogno di occhiali!

La nebbia, Sisley-Alfred (1839-1899), Parigi, museo d’Orsay.

Sento che ho la vista che si sta annebbiando un po’. Ma poi mi dico che prendere un appuntamento da un oculista e farmi fare gli occhiali potrebbe solo peggiorare le cose. Già che sono un po’ nella nebbia allora se in più devo passeggiare con gli occhiali tutti appannati a causa della mascherina come vedo fare i miei strabici di amici e colleghi. No, no, meglio continuare senza occhiali fino alla fine della pandemia che almeno posso servire loro un po’ di guida….