Alta Gironda. Giornata afosa. Mentre i turisti, appena sbarcati dal traghetto Lamarque-Blaye, impavidi, salgono verso la cittadella, mi precipito nella penombra di un bar del porto per fischiarmi qualcosa di fresco. Il paese accanto a Blaye verso Sud, a meno di tre chilometri dal porto e dai suoi sentori di vinaccia che ubriacano i poveri vecchi del bocciodromo, si chiama Plassac. Forse non lo sapete, ma i numerosi cognomi e nomi di città che si terminano in ac in guascogna sono di origine rital. Nel 1883, Il campanile della piccola chiesa di San Pietro in Vincoli minacciava di crollare e, ci voleva, quindi, fare lavori urgenti per il consolidamento del muro Nord adiacente al campanile. Gli operai cominciarono a scavare ai piedi del muro Nord e più scavavano più mettevano alla luce: marmi, anfore, monete, tessere di mosaico, pavimenti in mosaico. Quindi nel 1883, nonostante il nome in ac (Plassac viene da Blacciacum cioè la villa di Blaccius) nessuno si era immaginato che ci fosse veramente una villa romana a Plassac.
I ricercatori cercarono, per mesi, nelle archive di Bordeaux e trovarono finalmente, un testamento del sesto secolo dove un vescovo lasciava il suo podere di Blacciacum alla sua chiesa. Non si andò più lontano. Si finì i lavori di ristrutturazione della chiesa, si richiuse il tutto e la storia della villa del rital ricadde nel dimenticatoio per decine e decine di anni. Ora, immaginate che non c’è più niente. Solo l’estuario, le rive paludose dove è seppellita la villa del rital, le colline verdeggianti che dominano il fiume, le isole e il Médoc sull’altra sponda. Siamo nel 804, e in queste colline di Plassac, Carlomagno che aveva consacrato il suo piccolo esercito alla Madonna, sta combattendo i saraceni. Il vecchio alla barba più o meno marcia respinge i suoi nemici e, alla fine della battaglia vincente, impugna la sua spada che si chiama “Gioiosa”…. Avete già visto i tizi che lanciano il martello ai giochi olimpici? E bene, questo fottuto vecchio di Carlomagno fa la stessa cosa tranne che la sua spada percorre almeno quattrocento metri in direzione di Bordeaux per andare a ficcarsi in vetta alla montagna agli uccelli (Montuzets in guascone, auzets/uccelli). Era così all’epoca che si sceglieva i posti per edificare le cappelle in segno di ringraziamento per l’aiutino dalla parte delle divinità. Quindi Carlomagno fece erigere una croce monolita di sei piedi detta del “falso-cuore” in riferimento alla sconfitta di questi miscredenti di saraceni e una cappella per ospitare la statua della Madonna di Montuzet. Notate che secondo gli storici che hanno studiato attentamente l’episodio di Carlomagno e del suo lancio di spada, è una barzelletta. Secondo me, non c’era bisogno di troppo studiare, un giro su un terreno di gioco a tentare di lanciare qualsiasi oggetto a quattrocento metri e si traeva una conclusione sulla verosimiglianza del coso in meno di trenta seconde. Quindi, ora si crede che la cappella della Madonna di Montuzet era anteriore all’episodio di Carlomagno e sarebbe stata edificata da Oddone I d’Aquitania al suo ritorno dalla battaglia di Poitiers nel 733. Come sono bugiardi quei franchi!
Comunque sia quasi dall’inizio, una confraternita di marinai è creata, detta anche dei Regolari. La Madonna di Montuzet è dedicata ai marinai di cui i suoi due altri nomi che sono sinonimi: Madonna dei marinai oppure Madonna dei Regolari. Quando state a Plassac, capite subito che è un paese di marinai. Una confraternita di gente di mare è una specie di società pia di mutuo soccorso, un antico sistema, in qualche modo, di previdenza sociale per i marinai di Bordeaux e della sua regione. Ogni anno, c’era una processione, tutte le barche delle ventitre parrocchie di Bordeaux e di tutti i paesi dell’estuario solcavano verso Plassac, il sabato dopo la Pentecosta. Un’intera flotta ornata di migliaia di orifiamme al vento navigava verso il piccolo porto di Plassac. I marinai salivano la montagna agli uccelli per chiedere alla Madonna di non morire in mare, di non fare naufragio, di avere una buona stagione di pesca. Insomma tutte le cose che potete immaginare e che tutti i marinai del mondo chiedono alle loro divinità. Poi, oltre ai marinai ci furono anche dei pellegrinaggi organizzati dalla nobiltà e dalla gente comune tanto la Madonna di Montuzet aveva la reputazione di fare miracoli. Quasi tutti i Re di Francia fino al Re Sole diedero dei privilegi alla confraternita dei Regolari e alla cappella della Madonna di Montuzet che traboccava letteralmente di ex-voto. Poi, la data della processione cambiò e si svolse il lunedì di Pentecosta. Il santuario di Montuzet divenne troppo piccolo per accogliere tutti membri della confraternita dei marinai di Bordeaux e la confraternita si sistemò nella chiesa di San Michele a Bordeaux. Nel 1682, sono i lazzaristi che presero la carica del Santuario di Montuzet. I lazzaristi sono missionari che, dal 1625, avevano la missione di evangelizzare la Francia e l’Europa contro le idee protestanti. I lazzaristi – il nome viene degli edifici di Saint-Lazare a Parigi dove si sistemarono i primi lazzaristi – aggiunsero al Santuario un ospizio e accolsero i pellegrinaggi di guarigione che si svolgevano, fuori dal lunedi di Pentecosta, da maggio a ottobre. Poi, vennero le Luci, la Rivoluzione francese e la fine delle superstizioni. Nel 1792, le chiese sono chiuse o saccheggiate. Gli edifici dei lazzaristi sono distrutti o venduti come beni nazionali. Degli abitanti di Plassac riescono a nascondere il reliquiario di Santa Fruttosio che è la santa locale e probabilmente, visto l nome, la Santa patrona delle confetture e altre marmellate. Non la cercate sul calendario, era una ragazza di Plassac di cui solo le ossa e il nome ridicolo è pervenuto fino a noi. Quindi il reliquiario di Santa Fruttosio è nascosto nonché la statua in legno della Madonna di Montuzet che riappare nel 1802 quando è ripristinata la libertà di culto. Da allora, la Madonna è posta sull’altare della chiesa di San Pietro in Vincoli e il reliquiario di Santa Fruttosio inserito nell’altare. Negli anni 1850, il cardinale di Bordeaux che tornava da un giro di ispezione dai selvaggi del Médoc vide la sua nave presa in un uragano improvviso che si abbattette sull’estuario al livello di Lamarque. I venti si scattarono con una furia mai vista prima, delle onde giganti si scagliarono contro la nave che rischiava di essere polverizzata in ogni istante. Tutto era perso, restava solo al cardinale a pregare prima di morire annegato nel fiume. Il cardinale si inginocchiò su fondo della barca alla deriva e si mise a pregare la Madonna dei marinai, la Vergina di Montuzet. Subitamente, l’uragano svanì e la nave, come guidata da una mano gigante, fu spinta al riparo sulla sponda Est dell’isola Verde. In ringraziamento, il cardinale fece edificare, al posto del maestoso santuario di una volta distrutto dalla Rivoluzione francese, un grosso piedestale sormontato da una nuova statua della Madonna di Montuzet che guarda verso il fiume. Le processioni a Montuzet che avevano iniziato con Carlomagno, hanno finito con l’inizio della seconda guerra Mondiale. Se andaste un giorno a Plassac, potreste salire fino alla nuova statua della Madonna di Montuzet, c’è una bellissima veduta sull’estuario e sul Médoc sull’altra riva. Io, non ci salgo, altrimenti crepo con quel caldo dell’inferno e comunque la vera statua della Madonna di Montuzet è quella in legno dentro la chiesa di San Pietro in Vincoli. Ah, è la villa del rital seppellita ai piedi del muro Nord della chiesa?
E bene, figuratevi che negli anni 1960, la proprietaria del campo accanto alla chiesa, decise di coltivarci un po’ di vigna. Quindi si cominciò ad arare il terreno e stessa storia che nel 1883, si cominciò a trovare delle anfore, degli oggetti romani, delle tessere….La proprietaria, che era una appassionata di archeologia, contattò l’università di Bordeaux e degli scavi furono organizzati durante una quindicina di anni. Gli archeologi misero alla luce tre ville. L’expat italiano si era fatto costruire una villa marittima sotto il regno di Tiberio. Il tizio doveva guadagnare un sacco di soldi con il commercio del vino soprattutto che noi dell’Aquitania siamo dei franchi bevitori! Poi la famiglia del tizio, arricchita a morte durante il secondo secolo, demolì la villa marittima per farsi costruire al posto, niente di meno che una replica di 12000 metri quadrati (compresa la fattoria) del palazzo imperiale sul Palatino. Poi, i secoli seguenti, la villa periclitò con il declino dell’impero romano e le invasioni visigote. Se avete l’occasione di andarci, è un piccolo angolino di Roma in un paese tipicamente bordolese e poi, da ammirare, ci sono i pavimenti con i mosaici nello stile dell’Aquitania cioè che la gente della regione amava tanto i carciofi che non poteva impedirsi di usare questo motivo nei loro mosaici. Quindi non andate a raccontarmi la barzelletta di Caterina de’ Medici che ha fatto scoprire i carciofi ai francesi! I carciofi si mangiano in Francia dall’Antichità! Va bene, è tempo di tornare al porto di Blaye per farsi un bicchiere prima di riprendere il traghetto di Lamarque, che il Médoc mi manca già!